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Abbiamo intervistato Telefono Azzurro in merito a bullismo e cyberbullismo che sempre più stanno coinvolgendo i giovani.

Abbiamo posto diverse domande a Ernesto Caffo, fondatore e presidente di Telefono Azzurro, che ci ha spiegato con cura e precisione diversi aspetti di questi allarmanti fenomeni. Quest’oggi troverete la prima risposta del Professore e, nel corso dei giorni, sarà possibile conoscere le altre in modo da iniziare ad ottenere un quadro completo sulle suddette problematiche.

Sentiamo parlare sempre più di bullismo e cyberbullismo, ma un adulto (genitori, insegnanti, educatori etc) come può individuare se un giovane è vittima di bullismo o è un bullo?
Secondo una recente ricerca europea, realizzata in Italia da Telefono Azzurro – su oltre 5mila studenti di età compresa tra i 12 e i 18 anni – il 15% dei ragazzi è vittima di bullismo o cyberbullismo. Ciò significa che in Italia è vittima di bullismo 1 ragazzo su 6, e in una classe di 25 ragazzi le vittime sono almeno 4.
Anche se l’attenzione verso il fenomeno negli ultimi anni sta aumentando, quindi, continuano ad essere numerosi i casi che non vengono alla luce, soprattutto perché le vittime ancora oggi e troppo spesso non riescono a parlare e a riferire quanto sta accadendo.

Data questa tendenza al silenzio da parte dei ragazzi che sono vittime, è assolutamente fondamentale che i genitori e più in generale gli adulti con cui i ragazzi si relazionano più spesso siano in grado di accorgersi e di segnalare tempestivamente i casi di bullismo e ancor più di cyberbullismo che, essendo un fenomeno che si sviluppa prevalentemente online, è spesso più difficile da riconoscere.

In generale, é importante che i genitori prestino attenzione ad alcuni campanelli di allarme, tra gli altri, per il bullismo: il figlio ha spesso vestiti stracciati o sgualciti, libri o oggetti rovinati quando torna da scuola; ha lividi, ferite, tagli e graffi per i quali non riesce a fornire una spiegazione; non invita a casa i compagni di classe o i coetanei e raramente trascorre del tempo con loro; smette di andare su Internet o controlla i propri profili sui social network in continuazione; ha paura di andare a scuola, negli altri luoghi di aggregazione che prima frequentava abitualmente o su Internet. Inoltre, possibili campanelli di allarme sono mal di stomaco o mal di testa frequenti prima di andare nei luoghi di aggregazione dove gli episodi avvengono (scuola, palestra…), così come gli sbalzi di umore, facilità di irritazione o scatti d’ira.

Rispetto ai comportamenti, ancora, possono essere campanelli di allarme anche le frequenti richieste di denaro in casa (o l’uso della carta di credito senza il permesso dei genitori) così come gli improvvisi cali, ad esempio, nel rendimento scolastico.

Anche il genitore di un ragazzino che mette in atto comportamenti “da bullo” può notare alcuni campanelli di allarme: in genere hanno difficoltà relazionali e/o sono spesso aggressivi non solo verso i compagni, ma anche verso gli adulti, di cui con difficoltà riconoscono l’autorità. Queste difficoltà relazionali in alcuni casi rientrano in veri e propri disturbi della condotta.

Spesso, inoltre, le difficoltà relazionali si associano ad uno scarso rendimento scolastico. Altri campanelli di allarme possono essere il possesso di oggetti (cellulare, soldi, etc.) di cui il genitore non riesce a comprendere la provenienza.